
Forse nemmeno i siciliani conoscono il ruolo della loro isola nella produzione della seta.
Sto scrivendo soprattutto dell’età Moderna, quando il prodotto fu un bene attraverso cui maestranze e mercanti isolani poterono accrescere il proprio potere e le proprie ricchezze. Una città su tutte beneficiò dei frutti del commercio serico: Messina.
Nel 1591 la città dello Stretto, pagando una somma di 583.333 scudi, ottenne dal governo spagnolo il privilegio di accogliere per certi periodi di tempo il viceré insieme alla sua corte. Ma soprattutto le fu concesso il monopolio commerciale di tutta la seta prodotta, sia grezza sia lavorata, nel territorio compreso tra Siracusa e Termini.

Viene da chiedersi come arrivò il baco da seta al centro del Mediterraneo.
Furono i musulmani ad introdurre la gelsi-bachicoltura nel 1200.
Le donne ( ça va sans dire ?) avevano un ruolo decisivo nelle varie fasi del ciclo produttivo. La storia riporta che covassero in seno le uova dei bachi per 40 giorni; una volta schiuse, facevano nutrire con le foglie triturate dei gelsi i vermi.
Grazie all’ intermediazione degli armatori locali e dei mercanti genovesi e toscani, in seguito, di quelli francesi e inglesi, la seta prodotta in Sicilia approdava a Livorno, Genova, Marsiglia, da dove in gran quantità veniva esportata anche fino a Lione, e Londra.
Messina era capitale della gelsicoltura.
Da noi c’è il bisso…la seta del mare ormai rarissima 🙂
Ho dedicato al bisso più di un post: è monopolio vostro e ho dedicato alla sua lavorazione questi
https://mymarzia.blog/2018/09/14/il-bisso-di-chiara-vigo-ultima-sacerdotessa-di-unarte-iniziatica/
e
https://mymarzia.blog/2019/09/16/oro-marino-ti
https://mymarzia.blog/2018/09/15/oro-marino/
Si qualche tuo articolo sul bisso missa’ che lo avevo letto 🙂 bellissimo grazie di aver dedicato dei post al bisso, in pochi lo conoscono
Dunque niente Lombardia ma Sicilia era il regno della seta.